Accise

Il peso delle accise in Italia

Facendo il classico confronto con altri Paesi europei, il peso delle accise in Italia è molto rilevante. La tassazione italiana applicata sul prezzo del carburante, infatti, risulta molto elevata, tant’è che un recente rapporto ACEA (European Automobile Manufacturers’ Association) datato 2022 indica l’Italia come il Paese europeo con le più elevate accise sul diesel, mentre è il secondo per le accise applicate sul PREZZO della benzina (il primo è l’Olanda).

Stando all’ultima rilevazione del MASE (17 aprile 2023), riferita alla media settimanale dei prezzi della settimana precedente (dal 10 al 16 aprile), questi sono i prezzi dei carburanti, con i relativi elementi scorporati:

CARBURANTE (€/1.000 litri)PREZZOACCISAIVA
Benzina1.885,70 €728,40 €340,04 €
Diesel1.766,49 €617,40 €318,55 €
Gpl783,92 €147,27 €141,36 €

Le accise sulla benzina rappresentano il 38% del costo totale e l’IVA il 18% (in totale rappresentano il 56%, in media con la percentuale indicata sopra).
Le accise sul diesel pesano per il 35% e l’IVA il 18% (53% il totale finale).
Le accise sul Gpl pesano per il 18% del prezzo finale e l’IVA sempre per il 18% (36% la percentuale complessiva).
Si tratta di numeri molto importanti, che rendono la tassazione sul carburante in Italia tra le più pesanti, se non la più pesante, nel Vecchio Continente.

QUALI SONO LE ACCISE SULLA BENZINA: LA TABELLA

Eccoci giunti al momento cruciale: quali sono le accise sulla benzina? Nel corso degli anni ne sono state introdotte 19, ma dobbiamo precisare che, come già anticipato, a partire dal 1995, elencarle singolarmente non risulta molto significativo, in quanto tali imposte sono state unificate in una unica somma unitaria, che finanzia le casse dello Stato nel complesso tramite una sola aliquota.
Da qui è consequenziale il ragionamento che porta a smentire ogni ipotesi di selettività dell’accisa da eliminare, visto che in molti discorsi si è sentito parlare di una eliminazione selettiva di queste accise.
Ciò, vista l’unitarietà dell’imposta ormai resa strutturale, diventa praticamente impossibile.
Andiamo ora a elencare le 19 accise che paghiamo attualmente (o abbiamo pagato) sui carburanti:

TIPOLOGIA ACCISA
IMPORTO
Guerra d’Etiopia 1935-19361,90 Lire (0,000981 €)
Crisi di Suez 195614 lire (0,00723 €)
Ricostruzione post disastro Vajont 196310 lire (0,00516 €)
Ricostruzione post alluvione Firenze 10 lire (0,00516 €)
Ricostruzione dopo terremoto Belice 196810 lire (0,00516 €)
Ricostruzione post terremoto Friuli 197699 lire (0,0511 €)
Ricostruzione post terremoto Irpinia 198075 lire (0,0387 €)
Missione ONU guerra del Libano 1982205 lire (0,106 €)
Missione ONU guerra in Bosnia 199522 lire (0,0114 €)
Rinnovo contratto autoferrotranvieri 20040,02 €
Acquisto autobus ecologici 20050,0005 €
Emergenza terremoto in Abruzzo 20090,0051 €
Finanziamento Cultura 20110,0071 – 0,0055 €
Gestione immigrati dopo crisi libica 20110,04 €
Emergenza alluvione Liguria e Toscana 20110,0089 €
Decreto Salva Italia 20110,082 € benzina, 0,113 € diesel
Emergenza terremoti Emilia 20120,024 €
Finanziamento Bonus Gestori e riduzione tasse terremotati Abruzzo0,005 €
Spese Decreto Fare “Nuova Sabatini” 20140,0024 €

Quindi, la prima volta che furono introdotte le accise sui carburanti, fu nel 1936, per sostenere le spese belliche e più in particolare per la guerra d’Etiopia.
Come si può intuire, lo scopo originario per cui sono state introdotte queste singole accise è venuto a mancare. Come detto, nel 1995 le accise sono diventate un’imposta unitaria e ogni singola voce ha perso la sua ragion d’essere, mentre con la Legge di Stabilità 2013 sono diventate strutturali.

ACCISE SULLA BENZINA: FINO A QUANDO

Il governo presieduto da Mario Draghi, che aveva sostituito il precedente governo Conte, aveva stabilito l’applicazione di uno sconto sulle accise sui carburanti, in concomitanza con lo scoppio della guerra in Ucraina, a causa del caro carburanti (e del caro-vita in generale, spinto dall’inflazione galoppante). La riduzione delle accise è stata di natura esclusivamente temporanea: il governo Meloni ha infatti deciso di non rifinanziare lo sconto a partire da inizio 2023.
Ciò che invece non risulta temporanea è l’esistenza delle accise stesse, che continueranno a essere applicate sui carburanti, essendo state rese strutturali da ormai un decennio circa. Questo significa che tale imposta, ormai divenuta unitaria, non andrà a finanziare una specifica attività, ma andrà ad arricchire in una visione generale le casse dello Stato.

ACCISE SUI CARBURANTI PER LA GUERRA IN ETIOPIA

Tra le accise sui carburanti più comunemente citate, troviamo senza alcun dubbio quella che finanzia la guerra in Etiopia del 1935-36. Storicamente parlando, nel 1935 Benito Mussolini ordinò l’invasione dell’Etiopia dall’Eritrea: al termine del conflitto nacque l’Africa Orientale Italiana, con l’annessione dell’Abissinia. Durante la guerra morirono 15 mila italiani e 275 mila etiopi. I costi della guerra stimati oggi ammontano a circa 37 miliardi di euro.
Tornando alla nostra accise, per dovere di cronaca va fatta una precisazione: quella per finanziare la guerra in Etiopia fu tolta l’anno seguente.
Un articolo della Stampa del 12 novembre 1936, infatti, recita quanto segue: “Con Regio Decreto Legge, che viene oggi pubblicato dalla Gazzetta Ufficiale del Regno, la tassa di vendita sulla benzina che in data 21 luglio u. s. era stata già ridotta da lire 361 a lire 240 per quintale, viene ricondotta alla misura normale di lire 161 vigente prima del 30 agosto 1935”. Inoltre, aggiunge il giornalista, “quanto ai nuovi prezzi della benzina, si nota che essi sono un poco superiori a quelli esistenti prima del 30 agosto 1935, data in cui entrò in vigore il primo aumento della tassa di vendita”.

LA SITUAZIONE IN EUROPA

In Europa è l’Olanda che “vanta” il primato di accise più alte del continente (0,82 euro al litro). Al secondo posto, però, c’è l’Italia con un valore da non sottovalutare (0,73 €/l), che però non si discosta molto da chi occupa il gradino più basso del podio, ovvero la Finlandia (0,72 €/l).

Nella top 3 dei Paesi con le accise più basse d’Europa troviamo a pari merito la Bulgaria e la Polonia (entrambe valgono 0,36 €/l), mentre al primo posto spicca l’Ungheria (0,34 €/l), che ha superato la stessa Bulgaria, la quale primeggiava nel 2022.
Per il diesel, Belgio e Francia inseguono l’Italia, saldamente al primo posto per le accise più elevate. Per quelle applicate sulla benzina, invece, la Francia e la Germania sono fuori dalla top five, ma rientrano certamente tra i primi 10 Paesi.

LE ACCISE IN EUROPA: TABELLA (CON IVA)

Di seguito elenchiamo il peso di accise su benzina e diesel e dell’IVA (VAT) su tutti i Paesi europei, stando al già citato report ACEA 2022.

PAESEACCISE BENZINA (€/1,000 l)ACCISE DIESEL (€/1,000 l)IVA
Austria48239720%
Belgio60060021%
Bulgaria36333020%
Croazia51540825%
Cipro42940019%
Danimarca64143725%
Estonia56337220%
Finlandia72149324%
Francia68359420%
Germania65547019%
Grecia70041024%
Irlanda63753523%
Italia72861722%
Lettonia50941421%
Lituania46637221%
Lussemburgo52741717%
Malta35933018%
Olanda82452821%
Polonia25933023%
Portogallo66851323%
Repubblica Ceca50739321%
Romania38335119%
Slovacchia51436820%
Slovenia44546422%
Spagna50437921%
Svezia67247325%
Ungheria34731927%