Chi paga l’IRES?
L’imposta sul reddito delle società viene pagata da più categorie:
- Le società di capitali – dunque Sapa, Spa, Srl, ed Srls
- Le società e gli enti non residenti in Italia, ma per il reddito d’impresa prodotto nel paese – nel caso in cui non siano residenti, anche le società di persone sono tenute al versamento dell’IRES
- Gli enti non commerciali e commerciali, che siano pubblici o privati
- Le società europee
- Le cooperative
- I trust
Restano dunque esclusi dal pagamento di questa imposta un gran numero di soggetti, come gli enti statali, le associazioni di volontariato, le associazioni che si occupano di progetti di interesse comune e storico, gli organi statali.
Come si calcola l’IRES
Il calcolo della base imponibile IRES varia a seconda delle caratteristiche delle attività ,e sarà pertanto diverso per gli enti commerciali, per quelli non commerciali e per i soggetti passivi IRES non residenti in Italia.
Secondo quanto riportato dall’Agenzia delle Entrate, ecco come si ottiene la base imponibile a seconda della natura dell’attività:
Per le società e gli enti commerciali tenuti al versamento dell’IRES: si parte dalla determinazione dei ricavi, o di eventuali perdite subite dall’attività e registrate in bilancio. Si procede poi con il calcolo di eventuali variazioni – nel caso di eventuali deduzioni o detrazioni previste, ad esempio, queste si dovranno escludere dall’imponibile.
Calcolo dell’imponibile per gli enti non commerciali: in questo caso, per stabilire l’entità dell’imponibile bisognerà sommare tutte le diverse categorie di reddito dell’ente – dunque redditi d’impresa, fondiari, di capitale – e poi sottrarre eventuali detrazioni, deduzioni ed esenzioni.
Per società ed enti commerciali non residenti: in questo caso, come abbiamo anticipato, vanno considerati unicamente i redditi prodotti in Italia per determinare l’imponibile. Anche in questo caso andranno però fatte le dovute differenze: se la società o l’ente ha un’organizzazione stabile in Italia, allora dovrà seguire le direttive previste per le società commerciali residenti per determinare l’imponibile; se questi enti o società non hanno un’organizzazione stabile, allora dovranno seguire le regole previste per i redditi diversi, di capitale e fondiari – stesso discorso vale per gli enti non commerciali che hanno però attività commerciali stabili in Italia.
Una volta ottenuta la base, l’aliquota IRES è uguale per tutti: corrisponde infatti al 24%, in seguito alla riduzione di oltre tre punti percentuali prevista dalla Legge di Stabilità del 2016 – si tratta di un’aliquota vigente anche per il 2023.
Come e quando si paga l’IRES?
L’IRES si paga attraverso il modello F24, apponendo gli adeguati codici tributo che variano a seconda del pagamento che stai effettuando.
Infatti, per ciò che riguarda l’IRES, vanno considerate diverse rate che si dividono principalmente in saldi e acconti.
In generale, questi sono i codici da usare:
- codice tributo 2001 – per la prima rata dell’acconto;
- codice tributo 2002 – per la seconda rata dell’acconto;
- codice tributo 2003 – per versare il saldo.
Sono previste scadenze differenti a seconda dell’entità del versamento:
- Il 30 giugno è la scadenza per il saldo e per il versamento in un’unica soluzione;
- Il 30 giugno e il 30 novembre sono invece le scadenze per le diverse rate.
Sono infatti necessarie alcune precisazioni che riguardano le scadenze dell’IRES in base all’importo che i soggetti tenuti a questa imposta devono effettivamente versare:
Se l’imposta IRES è dovuta per un importo superiore a 258 euro, il contribuente può sfruttare entrambe le scadenze per gli acconti: entro il 30 giugno dovrà versare il 40% dell’importo, mentre entro il 30 novembre dovrà versare la parte rimanente – pari al 60% dell’importo totale. Questo riguarda gli acconti IRES, mentre si può procedere al versamento del saldo durante l’anno successivo.
Tieni presente che per conoscere l’acconto IRES, sarà necessario fare riferimento all’importo pagato nel periodo d’imposta precedente: ad esempio, se nel 2022 hai pagato l’IRES per un totale di 3.000 €, l’acconto IRES per il 2023 è pari a 3.000 €. Ovviamente, non è detto che il totale IRES sia uguale all’anno precedente: se la percentuale IRES corrisponde, ad esempio, a 4.000 € per il 2023, la parte che resta dopo aver pagato l’acconto corrisponde al saldo.
Quando invece il totale dell’IRES dovuta è inferiore ai 52 euro, il contribuente non sarà tenuto al versamento di acconti, ma potrà versare direttamente il saldo secondo le scadenze previste.
Ci sono anche dei casi in cui l’importo che pagherai sarà superiore a quello effettivamente dovuto. Sarà allora necessario procedere con la richiesta di un rimborso all’Agenzia delle Entrate, oppure di ottenere un credito IRES con il quale potrai pagare altri debiti fiscali.
Il credito IRES, infatti, può essere usato sia per pagare l’IRES per l’anno successivo, sia per pagare altre imposte.
Va inoltre specificato che ci sono dei casi in cui si può ottenere la deduzione IRAP.
Infatti, se il soggetto che paga l’IRES è tenuto anche al versamento dell’IRAP, può ottenere:
Una diminuzione IRES pari al 10% dell’IRAP versata – solo qualora vi fossero dei passivi in bilancio;
Una deduzione analitica dell’IRES qualora il costo del lavoro superi il 90% dei costi totali dell’attività.
Conclusioni
L’IRES – Imposta sui Redditi delle Società – è un’imposta diretta e non progressiva dovuta da numerosi soggetti – commerciali e non – in Italia.
Nel corso degli anni, le varie leggi di bilancio che si sono susseguite hanno apportato delle modifiche a questa imposta, ma per il 2023 si conferma l’aliquota al 24% presente dal 2017.